Keywords: mansion francesco de sanctis francescodesanctis giacomo leopardi giacomoleopardi naples school italy civil architecture civilarchitecture literature outdoor architecture building LA PRIMA SCUOLA D'ITALIA IN CUI SI È INSEGNATO LEOPARDI La foto mostra un antico palazzo di Napoli, le cui origini risalgono al primo Quattrocento, in Vico San Pellegrino n° 15, nel Centro Antico. Qui Francesco De Sanctis istituisce nel 1841-1848 una sua scuola, nella quale iniziò l'insegnamento dell'opera letteraria di Giacomo Leopardi, come riferisce ne "La Giovinezza". È questa dunque la prima scuola d'Italia in cui si sia insegnato il poeta recanatese! Copio e incollo quanto ho pubblicato nel mio libro "Golfo di Napoli. Guida Letteraria. Da Cuma a Sorrento in 43 itinerari". -- “La nuova casa era nel larghetto di San Pellegrino a San Paolo… Un gran cortile, belle scale, posta quasi tutta a mezzodì, con un giardino dirimpetto e un grazioso terrazzino… Lì m’installai… A sinistra della entrata c’era la così detta galleria, una sala capace di un migliaio di persone, ch’io aveva cercato di riempire alla meglio con lunghi sofà coperti di tela bianca… Quella casa fu di buon augurio. Gli studenti moltiplicavano. E quantunque io concedessi ingresso gratuito a tutti quelli che si dicevano poveri, pure era un bel numero che pagavano, e ne cavavo di bei quattrini… Leopardi era il nostro beniamino. Avevo acceso di lui tale ammirazione, che l’edizione dello Starita fu spacciata in pochi giorni. Quasi non v’era dì che, per un verso o per l’altro, non si parlasse di lui. Si recitavano i suoi Canti, tutti con uguale ammirazione”. Ma l’allegra compagnia di professori e alunni si abbandona spesso a rumorosi festini, che infastidiscono l’inquilino sottostante: “Si danzava quasi sempre nel gran salone, che qui chiamano galleria, sotto a cui stavano due stanze da letto di un commissario di polizia. A quel chiasso questi s’inalberò, e volle intimidirmi, abusando del suo ufficio… Un dì venne un feroce, come chiamavano la bassa gente di polizia, e m’invitò a recarmi presso l’ufficio… Trovai lì un signore grosso e tondo, che fece una brutta cera, e mi scaraventò certe parole grasse alla napoletana… risposi secco che in casa mia ero io il padrone, e potevo ballare a mia posta… Narrai il caso, e la compagnia si mise a far peggio, quasi a dispetto. Allora mi sentii chiamare in ufficio per esibire il permesso della scuola. Questo mi impensierì. Io non avevo laurea né permesso… Capii onde veniva il tiro”. Ma la cosa infine si sistema con la raccomandazione di un intermediario.-- LA PRIMA SCUOLA D'ITALIA IN CUI SI È INSEGNATO LEOPARDI La foto mostra un antico palazzo di Napoli, le cui origini risalgono al primo Quattrocento, in Vico San Pellegrino n° 15, nel Centro Antico. Qui Francesco De Sanctis istituisce nel 1841-1848 una sua scuola, nella quale iniziò l'insegnamento dell'opera letteraria di Giacomo Leopardi, come riferisce ne "La Giovinezza". È questa dunque la prima scuola d'Italia in cui si sia insegnato il poeta recanatese! Copio e incollo quanto ho pubblicato nel mio libro "Golfo di Napoli. Guida Letteraria. Da Cuma a Sorrento in 43 itinerari". -- “La nuova casa era nel larghetto di San Pellegrino a San Paolo… Un gran cortile, belle scale, posta quasi tutta a mezzodì, con un giardino dirimpetto e un grazioso terrazzino… Lì m’installai… A sinistra della entrata c’era la così detta galleria, una sala capace di un migliaio di persone, ch’io aveva cercato di riempire alla meglio con lunghi sofà coperti di tela bianca… Quella casa fu di buon augurio. Gli studenti moltiplicavano. E quantunque io concedessi ingresso gratuito a tutti quelli che si dicevano poveri, pure era un bel numero che pagavano, e ne cavavo di bei quattrini… Leopardi era il nostro beniamino. Avevo acceso di lui tale ammirazione, che l’edizione dello Starita fu spacciata in pochi giorni. Quasi non v’era dì che, per un verso o per l’altro, non si parlasse di lui. Si recitavano i suoi Canti, tutti con uguale ammirazione”. Ma l’allegra compagnia di professori e alunni si abbandona spesso a rumorosi festini, che infastidiscono l’inquilino sottostante: “Si danzava quasi sempre nel gran salone, che qui chiamano galleria, sotto a cui stavano due stanze da letto di un commissario di polizia. A quel chiasso questi s’inalberò, e volle intimidirmi, abusando del suo ufficio… Un dì venne un feroce, come chiamavano la bassa gente di polizia, e m’invitò a recarmi presso l’ufficio… Trovai lì un signore grosso e tondo, che fece una brutta cera, e mi scaraventò certe parole grasse alla napoletana… risposi secco che in casa mia ero io il padrone, e potevo ballare a mia posta… Narrai il caso, e la compagnia si mise a far peggio, quasi a dispetto. Allora mi sentii chiamare in ufficio per esibire il permesso della scuola. Questo mi impensierì. Io non avevo laurea né permesso… Capii onde veniva il tiro”. Ma la cosa infine si sistema con la raccomandazione di un intermediario.-- |